Centro Culturale Rebora di Rovereto e Centro Studi Edith Stein
INVITANO ON LINE SU ZOOM
Venerdì 8 ottobre 2021 ore 20.30
all’incontro con:
Padre Christian Carlassare
VESCOVO ELETTO DI RUMBEK IN SUD SUDAN
QUALE SPERANZA PER IL SUD SUDAN?
Conduce: don Matteo Graziola
Padre Christian Carlassare Originario di Piovene Rocchette, missionario comboniano in Africa, nominato quest’anno vescovo a soli 43 anni per la Diocesi di Rumbek in Sud Sudan, picchiato e colpito alle gambe con quattro colpi di Kalashnikov come intimidazione estrema, deciso a rimanere al suo posto di Pastore in mezzo ad un popolo martoriato da anni di guerra e di odio: è padre Christian, testimone di Cristo nel mondo.
Nel nostro incontro Zoom con lui parleremo della sua vita, del Cristianesimo in Africa, della situazione in Sud Sudan, della possibilità per i nostri giovani di collaborare con lui.
L’Africa non è una minaccia per la ricca Europa, ma è una grande opportunità per il futuro sociale e spirituale di tutti: i giovani africani e quelli italiani possono fare grandi cose insieme se uniti da Cristo, il vero futuro del mondo.
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IL CENTRO CULTURALE REBORA DI ROVERETO e il CENTRO STUDI EDITH STEIN invitano a partecipare su Zoom
Lunedì 20 settembre ore 20,30
all’ Incontro con con il prof. PAOLO MUSSO professore Filosofo della scienza – Università dell’Insubria (Varese-Como) membro della European Academy of Sciences and Arts (EASA)
Autore del libro: LA SCIENZA E L’IDEA DI RAGIONE – Scienza, filosofia e religione da Galileo ai buchi neri e oltre. Ed. Mimesis – Filosofie
introduce LORENZO AVANZI professore presso l’Università degli Studi di Trento
La pandemia provocata dal covid-19 ha riacceso un pò ovunque il dibattito sulla scienza, tra l’esaltazione ingenua di chi si aspetta tutto da essa e la denigrazione ingiusta di chi la ritiene impotente o responsabile del disastro. Paolo Musso ci guida attraverso un lungo viaggio dalle origini galileiane della scienza sperimentale fino ai giorni nostri, affrontando molte grandi questioni di confine tra scienza, filosofia, società e religione. Egli mostra che esiste una scienza autentica e una ingannevole:
quella autentica, di impostazione sperimentale galileiana, è basata su un’idea di ragione aperta alla realtà, all’esperienza, all’imprevisto e al mistero, che ha prodotto lo straordinario progresso che tutti conosciamo;
la seconda, figlia del razionalismo, è basata invece su un’idea di ragione “misura-di-tutte-le-cose”, che conduce ineluttabilmente a fare violenza alla realtà e all’impossibilità di comprenderne il mistero e la grandezza.
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Il libro racconta la storia straordinariamente intensa di Enzo Piccinini, il suo percorso di costante crescita personale e professionale, ma anche l’impatto che ebbe in chi lo incontrava. L’autore Marco Bardazzi, in un articolo ospitato dal blog di Mario Calabresi, la descrive come «la vicenda umana e professionale di un chirurgo insolito, che si è rivelata per me, e spero anche per chi avrà voglia di leggerla, come una proposta di risposta a grandi interrogativi, resi più urgenti dal momento storico che viviamo. Che senso hanno la malattia e la morte? Che significa curare? Quali sono il ruolo e il compito di medici e ospedali? E in senso più ampio, uscendo dall’ambito strettamente sanitario: cosa vuol dire lavorare “mettendo il cuore in quello che si fa”?».
Infatti, fin dagli anni in cui si avviava alla professione, Enzo credeva fermamente che facesse parte del mandato del medico occuparsi dei pazienti in tutta la loroumanità: preoccupandosi dei loro affetti e aiutandoli di fronte al dolore e al timore della morte.
Dopo un periodo di allontanamento dalla fede, Enzo ha riconosciuto nella sua vita tanti segni della presenza di Dio, in particolare quelli che hanno determinato le tre svolte decisive della sua vita: l’incontro con don Giussani e il movimento di Cl, la scelta universitaria e professionale e la decisione di sposarsi e avere una famiglia.
L’intelligenza e il cuore hanno da allora segnato tutta la sua vita: dalle sale operatorie dell’ospedale sant’Orsola a Bologna, alla famiglia costruita con la moglie Fiorisa, fino alla responsabilità delle tante comu- nità del movimento di Cl a lui affidate. La ricerca dell’unità e una febbre di vita incontenibili hanno coinvolto tanti che hanno avuto la fortuna di incontrarlo. La lettura del libro riempie ancora di riconoscenza e stupore di fronte alla testimonianza di questa vita che è diventata “strumento di un miracolo”, come gli disse don Giussani al termine di un complicatissimo intervento chirurgico che era riuscito a portare a termine con successo: “Grazie per essere stato strumento di un miracolo”.
“Il miracolo è la realtà umana vissuta quotidianamente, senza enfasi eccezionali, senza necessità di eccezioni, senza fortune particolari, è la realtà del mangiare, del bere, del vegliare e del dormire investita dalla coscienza di una Presenza che ha i suoi terminali in mani che si toccano, in facce che si vedono, in un perdono da dare, in soldi da distribuire, in una fatica da compiere, in un lavoro da accettare”.(Luigi Giussani – Un evento reale nella vita dell’uomo – 1990-1991)
Da questa umanità vissuta senza sconti è nato quello che Bardazzi chiama il “metodo Enzo”, che comprende preparazione tecnica, analisi scrupolosa dei dati reali, attenzione totale al paziente, che deve essere accompagnato davanti al mistero della vita e della morte, e non essere soli, perché da soli non ce la si fa.
«Enzo voleva stare di fronte al malato, al dolore, alla morte, mettendoci tutto quello che lui stesso riassumeva con la parola “cuore”: l’esigenza di vero, di bello, di giusto, di amare ed essere riamati»
Per vivere un’unità della persona tra lavoro, famiglia, amicizie e svago e per mettere sempre il cuore in quello che faceva, aveva bisogno di sentirsi amato. Significativo in questo senso fu il suo rapporto con Giussani che fece maturare in lui un’obbedienza sincera che lo rese capace non solo di accettare i propri limiti, ma di giungere alla consapevolezza che andiamo bene tout court, così come siamo. “Se Dio ti ha fatto così, tu servi con quello che sei!”.
La sua vita ha portato la Chiesa a proclamarlo “servo di Dio” e ad avviare un processo di canonizzazione. “Ho fatto tutto per essere felice” è un racconto emozionante che insegna cosa significa vivere, come diceva Enzo: “mettendo il cuore in quello che si fa”.
(Libro segnalato e commentato da Paola Velardita e Maria Pia Nicolli socie del Centro Culturale Rebora)
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L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E NOI Chiarimenti tecnici e prospettive reali Lunedì 10 Maggio ore 20,30 su ZOOM
Con Marco Cristoforetti, fisico, responsabile dell’unità di ricerca Data Science per l’industria e la fisica del centro Digital Industry presso la Fondazione Bruno Kessler
Guida il dibattito Lorenzo Avanzi, professore associato presso il Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive – Università di Trento.
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In questo tempo che ci avvicina alla Pasqua proponiamo questa poesia
“La speranza” di Clemente Rebora
Speravo in me stesso: ma il nulla mi afferra. Speravo nel tempo, ma passa, trapassa; In cosa creata: non basta, e ci lascia. Ho peccato, ho sofferto, cercato, ascoltato Speravo nel ben che verrà, sulla terra: Ma tutto finisce, travolto, in ambascia.
La Voce d’Amore che chiama e non langue: Ed ecco la certa speranza: la Croce. Ho trovato Chi prima mi ha amato E mi ama e mi lava, nel Sangue che è fuoco, Gesù, l’Ognibene, l’Amore infinito, L’Amore che dona l’Amore, L’Amore che vive ben dentro nel cuore.
Amore di Cristo che già qui nel mondo Comincia ed insegna il viver più buono: Felice amore di Spirito Santo Che trasfigura in grazia e morte e pianto, D’anima e corpo la miseria buia: Eterna Trinità, dove alfin belli – Finendo il mondo – saran corpi e cuori In seno al Padre con la dolce Madre Per sempre in Cristo amandosi fratelli, Alleluia.
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Il Centro Culturale Rebora di Rovereto invita a partecipare a una testimonianza sulla vita del Beato Carlo Acutis: “Un giovane come noi”. Sarà presente la mamma, signora Antonia Salzano, che risponderà ad alcune domande provenienti da ragazzi e giovani. La serata si terrà sabato 27 febbraio alle ore 20.30 su piattaforma ZOOM
Il 9 aprile 2019 alle ore ore 21.00 presso lo Studentato NEST, i centri culturali il Mosaico e Rebora invitano all’incontro “Volevamo tutto, e ora? Dialoghi sul ’68” Parteciperanno Fausto Bertinotti, politico, Angela Demattè, attrice, Marco Boato, politico e Massimo Bernardini, giornalista.
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